La Scuola San Giuseppe al Trionfale celebra il suo centenario regalando al quartiere, alla comunità, ai bambini dell’istituto e a tutti i passanti il murales “In Omnibus Charitas” presso Via Bovio.
L’opera occupa le due pareti adiacenti all’ingresso dell’oratorio ed è stata concepita specificatamente per questo luogo al fine permettere a chiunque varchi il cancello di poter confrontarsi con la bellezza e la storia del quartiere Trionfale.
Come un dittico medievale la pittura è divisa in due scene distinte, unite concettualmente dalla rappresentazione delle due mani. La condivisione, l’aiuto ai bisognosi, l’amore per la carità sono i messaggi che ieri come oggi, animano la congregazione guanelliana, ora rielaborate artisticamente sul muro.
A sinistra ritroviamo il volto di San Luigi Guanella, fondatore dell’ordine che, chiamato dall’allora Papa Pio X, arrivó a in questo quartiere agli inizi del ‘900. In quegli anni il Trionfale si presentava come una borgata povera, degradata, malsana, abitata da un proletariato affamato ed analfabeta.
Fu proprio qui che Don Guanella, grazie anche agli aiuti del Papa, innaugurò la chiesa nel 1912, sfamò i bisognosi, accolse i bambini, gli orfani per insegnar loro a leggere e a lavorare, unica possibilità per scampare alla miseria.
L’agiografia del Santo ci aiuta a capire, come fin dall’infanzia, fosse mosso da un ardore caritatevole fuori dal comune. Celebre è l’aneddoto che ricorda come il piccolo Luigi giocasse con la sorella mischiando terra e acqua così da preparare una minestra in grado di sfamare tutti i poveri del mondo. Crescendo in adolescenza aveva decorato il soffitto della camera da letto con delle stelle per rappresentare i sogni ed i desideri che voleva realizzare.
Questi racconti aneddotici si possono ritrovare nell’opera. Il cielo stellato che circonda le figure è un esplicito richiamo al soffitto decorato dal santo, mentre gli oggetti tenuti nella mano sinistra ricordano: il mestolo il gioco della minestra dei poveri, mentre lo scalpello è stato ripreso come metafora del lavoro, per rappresentare gli artigiani abitanti del quartiere, ma anche come strumento iconografico di San Giuseppe protettore dei lavoratori a cui Don Guanella e Pio X decisero di dedicare la parrocchia.
Sulla parete destra allegoricamente sono ritratti gli ultimi, i bisognosi, che l’artista ha voluto rappresentare con il volto di un mendicante o sguardo intenso rivolto verso lo spettatore e due bambini raffigurati come una nuova Pietà.
Interessante è notare la posa delle mani: quella di sinistra che porge gli oggetti aperta nel gesto del donare, mentre l’altra si mostra rivolta verso l’interno come a proteggere l’amore ricevuto.
La parte calligrafica completa l’opera, a sinistra il motto guanelliano da cui nasce il titolo “In Omnibus Charitas” che traduce perfettamente il concetto caro a San Luigi Guanella di fare ogni cosa con amore che sia studiare, giocare, lavorare o pregare.
Sul lato destro troviamo invece l’acronimo del santo -SLG- e la firma dell’artista.
Centralmente, tra le due pareti, il cancello carrabile magistralmente trasformato in porta aurea dove oltre a decorazioni calligrafiche d’ispirazione orientale, sono riconoscibili nella parte bassa le date MCMXXI MMXXI in ricordo del centenario dell’istituto San Giuseppe al Trionfale.
La realizzazione del murales è stata affidata a Mr.Klevra, ingegnere di professione, artista per vocazione.
Cresciuto negli anni ‘80 la passione del disegno, ha coltivato questo talento fino ad approdare alla street art a metà degli anni ‘90.
L’innata sensibilità e la maniacale ricerca della perfezione sono state le linee parallele entro le quali si è sviluppata la sua creatività, mentre lo studio dettagliato degli spazi ed il confronto con i maestri del passato i pilastri portanti.
I soggetti sacri, di chiaro richiamo bizzantino, offrono all’artista la possibilità di presentare l’opera attraverso la lettura di molteplici aspetti come quello iconografico, simbolico, allegorico e puramente stilistico.
Gli sguardi intensi dei personaggi invadono i pensieri dei passanti, il gioco cromatico delle ombre rende la pittura tridimensionale, gli attributi iconografici arricchiscono il muro, mentre l’immagine nel suo complesso tocca note di diversa intensità per un pubblico sia laico che credente. Impossibile passare incolumi davanti un suo murales.
Mirko Pierri, fondatore dell’associazione a.DNA, con pazienza e dedizione ha supportato il progetto durante tutte le fasi che si sono susseguite per la realizzazione del murales.
Il suo credo è quello di migliorare i luoghi che abitiamo per lasciarli alle nuove generazioni più vivibili.
D.ssa maria Cristina Richiardi
storica dell’arte